domenica 28 novembre 2010

DEFINIZIONI

Il credito sociale è un sistema finanziario socio-economico in cui i consumatori, appositamente forniti di un adeguato potere d'acquisto tramite prestito minimo garantito, e un controllo democratico tramite prestazioni di emissione di titoli di credito (scontrini fiscali e/o fatture, buoni servizio, certificati d'investimento); stabiliscono la politica di produzione attraverso il loro esercizio delle competenze di spesa monetaria (spesa pubblica + spesa privata). Lo scopo è istituire nella divisione dei poteri statuali democratici anche il potere monetario come equilibrio dialettico tra produzione e consumo al pari della funzione che ha il potere giudiziario nell'equilibrio tra i delitti e le pene. Il credito sociale prevede una "democrazia" dei produttori, volta a governare una "antropocrazia" dei consumatori.[1] Il termine credito sociale, come nome formale, nasce dagli scritti dell'ingegnere britannico Clifford Hugh Douglas (1879-1952), che vi scrisse un libro nel 1924. Secondo Douglas, il vero scopo della produzione è il consumo e la produzione deve servire il vero scopo, liberamente espressa agli interessi dei consumatori. Ogni cittadino è un beneficiario, non diretto, del capitale comunitario conferitogli dal completo e dinamico accesso ai frutti dell' industria nazionale assicurato dalla distribuzione erariale dei dividendi da signoraggio monetario e dalla compensazione tributaria delle prestazioni erogate (già politicamente in nuce presente per l'Italia con l'azionariato dell'INPS in Banca d'Italia). [3] Posto che una democrazia progredita prevede che l'unico luogo sicuro per il potere è in molte mani, il credito sociale è una filosofia di distribuzione, con il fine politico di rappresentare il potere di autodeterminazione dei singoli individui. La filosofia sociale di credito è meglio sintetizzata da Douglas quando afferma, "I sistemi sono stati creati dagli uomini per gli uomini e non per i sistemi, l'interesse di un uomo è al di sopra di tutti i sistemi, siano essi di tipo teologico, politico o economico". Essi sostengono che in futuro il lavoro salariato sarà visto così come oggi viene visto lo schiavismo.[4]

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